Utilizzando materiali tratti dalla vita quotidiana, come teglie di alluminio e pizzi, Paola ci offre preziose e fragili espressioni della profondità dell’essere umano che ci parlano in modo coraggioso nel linguaggio del movimento, del colore, dello spazio, dell’interazione con l’ambiente, del vuoto che resta inevitabilmente sostanza che contiene, e in cui si perde, la forma. Un linguaggio che ha bisogno di uno sguardo attento e di un ascolto non banale per essere colto nella sua pienezza ma che ha la capacità, dove questo accada, di penetrare nell’anima. Un linguaggio che è profondamente originale senza cadere in un vuoto egocentrismo, che affonda le radici nel nostro tempo, nella ricerca di senso che l’uomo vive in questa epoca caratterizzata, tra le altre cose, dalla disorientante molteplicità dei codici. Il lavoro di Paola ci riporta ad un contatto diretto, immediato, con la materia e con il senso. Non è necessario avere capacità artistiche ma piuttosto l’intenzione di esplorare, con senso di gioco, l’area dell’esistenza che vive nell’estetica la sua espressione.